Parlare di territorio attraverso la radio

Al via il progetto che coinvolgerà gli studenti nel racconto del proprio territorio attraverso lo strumento radiofonico

Con che occhi gli adolescenti di oggi guardano l’Italia? Da quale prospettiva vivono e interpretano il proprio territorio e le proprie città? Da sempre, bellezza e turismo sono aspetti fondamentali del nostro Paese e i ragazzi sono chiamati a preservare il tesoro che li circonda. Lo sanno bene gli studenti dell’Istituto tecnico statale per il Turismo Cristoforo Colombo di Roma, capofila del progetto Sguardi prospettici dei giovani su e per il territorio, vincitore del bando Emergenza Covid-19, di cui Mandragola Editrice è attuatore. Il turismo vive di territorialità e di sguardi prospettici, appunto, e le nuove generazioni sono il mirino più adatto per guardare verso il futuro.

E se lo sguardo su Roma sarà affidato agli studenti del Colombo, non mancherà un racconto approfondito dell’Emilia Romagna, grazie alla rete di scuole che ha aderito al progetto: l’Istituto Comprensivo di Savignano sul Panaro (MO), il Liceo Laura Bassi di Bologna e il Liceo Artistico Toschi di Parma. Le quattro scuole parteciperanno ai laboratori di giornalismo e comunicazione multimediale (radio, giornale, web, social) messi in campo tanto su piattaforma didattica digitale integrata quanto in presenza. La finalità è realizzare prodotti di comunicazione per raccontare e promuovere il territorio. I partner di progetto, Mandragola Editrice Scg e Media Literacy Foundation, metteranno a disposizione giornalisti ed esperti, nonché infrastruttura tecnica e media per la realizzazione del progetto e la disseminazione dei risultati. I ragazzi avranno la possibilità di visitare il proprio quartiere e le proprie città accompagnati da fotografi, giornalisti ed esperti sotto il segno dell’inclusività.

Strumenti di partenza sono l’osservazione e il racconto attraverso la parola, una parola che si fa mattone di nuove costruzioni identitarie individuali e collettive, sulle cui fondamenta creare nuovi possibili percorsi di vita. La comunicazione del patrimonio, le forme di partecipazione, la scuola come unità di dialogo con il territorio e lo sviluppo di capacità trovano nel progetto il contenitore ideale di tutti i processi ad essi sottesi.

Perché “guardare” non è solo “vedere” e – come insegnava Antoine de Saint-Exupéry – “Si vede bene solo con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. E i ragazzi, con il proprio cuore, vedono sempre più in fondo.