I convitti della Rinascita: inaugurata la mostra per gli ottant’anni della Liberazione
Al Polo del 900 di Torino una mostra per ricordare i convitti scuola : l’esperienza educativa nata per unire studio, lavoro e democrazia
È stata inaugurata ieri, 7 ottobre 2025, al Polo del ’900 di Torino la mostra I Convitti scuola della Rinascita. A ottant’anni dalla nascita di un’esperienza educativa e di formazione democratica a seguito della Liberazione dell’Italia.
L’esposizione è visitabile gratuitamente fino al 30 ottobre, dal lunedì al sabato dalle 9 alle 20, nella Sala Voltoni di via del Carmine 14.
L’iniziativa, organizzata dal Comitato Provinciale ANPI di Torino, rientra nel progetto Culturalmente liberi, promosso in occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione e sostenuto dalla Città di Torino e numerose associazioni partner, tra cui Fondazione Media Literacy.
Un viaggio nella scuola della ricostruzione
La mostra ripercorre la straordinaria esperienza dei Convitti scuola della Rinascita, istituzioni nate nel 1945 come risposta alla distruzione materiale e morale lasciata dalla guerra. I Convitti furono vere e proprie comunità educanti nate per accogliere giovani reduci, partigiani, operai e studenti desiderosi di completare la propria formazione in un’Italia finalmente libera.
A Torino, il convitto Giovanni Baima Besquet — ospitato in Villa Rey, nella zona di Reggio Parco — divenne il simbolo di questo nuovo modo di intendere l’educazione: non più un’istruzione autoritaria, ma un luogo di partecipazione, democrazia e autogestione, dove “si studiava ma anche si lavorava”, come ricordavano Guido Petter e Luciano Raimondi, tra i protagonisti di quella stagione.
“A scuola come in fabbrica”: imparare la democrazia
Il titolo scelto per la mostra, “A scuola come in fabbrica”, richiama il metodo di quei Convitti, dove il lavoro collettivo e la responsabilità condivisa facevano parte integrante del percorso educativo. Gli studenti erano organizzati in commissioni che si occupavano di cucina, manutenzione, pulizie e rapporti con l’esterno: una palestra di cittadinanza democratica.